Chiesa parrocchiale di San Martino vescovo

Argomenti :
Turismo
La costruzione di questo luogo di culto risale circa alla metà del XVI secolo, con apertura al popolo nel 1583.
Indirizzo Via Maggiore, 26010 Farinate CR, Italia
Punti di contatto
Cap 26010
Modalità di accesso

accessibile a tutti

Testo tratto dal sito della Pro Loco di Capralba.

Storia

La costruzione di questo luogo di culto risale circa alla metà del XVI secolo, con apertura al popolo nel 1583, con la fondazione della parrocchia di Farinate. Prima di allora esisteva un’altra chiesa dedicata a San Martino, ma si trovava fuori dal tessuto urbano.

Per realizzare la sacrestia e la nuova chiesa parrocchiale fu autorizzato di avvalersi delle vestigia e del materiale della vecchia chiesa. Alla luce degli scavi fatti nel 2000 per la sistemazione del pavimento dell’altare, si notò che l’attuale chiesa sorge sulle fondamenta di una antecedente.

L’attuale facciata è del 1951. L’abside è la parte più antica, del 1626. Nel 1996 viene fatto un restauro interno che ha portato alla luce antichi affreschi di autori ignoti, anche se alcuni presumono che siano del Barbelli o della sua scuola, come i 15 Misteri sul Rosario presso l’altare della Vergine.

La sacra torre è stata costruiti ai tempi dell’erezione della chiesa e portata all’attuale sommità nel 1624.

Dinanzi alla porta maggiore della chiesa vi è un ampio sagrato con gradini che serviva anticamente da cimitero od ossario in cui si riponevano le ossa estratte dalle sepolture di chiesa, allorquando erano piene, per dar luogo al seppellimento di nuovi defunti. Tutti i laici venivano sepolti in questo sagrato, mentre all’interno della chiesa venivano sepolti i sacerdoti.

L'interno

La chiesa ha due altari, quello maggiore “rimesso in marmo” nel 1845 e quello della Beata Vergine Maria rimesso in marmo nel 1858.

Il tema generale degli affreschi è l’Eucarestia, pensata come sacramento-sacrificio e raccontata con episodi profetici del vecchio Testamento, versetti della Bibbia e del celebre Lauda Sion. Vi sono anche quattro Padri della Chiesa (San Gerolamo, Sant'Agostino, San Gregorio e Sant'Ambrogio).

Sopra l’altare, la volta e il catino absidale sono interamente ornati con dipinti murali seicenteschi che sono stati portati alla luce nel 1996 e restaurati.

La grande tela appesa alla parete della seconda campata a destra, è la copia di una tela di Bernardino Campi del 1575, probabilmente copiata da un allievo dello stesso Campi e lo Sposalizio della Vergine di Mauro Picenardi.

L’organo, del 1751 è un Serassi ed è stato in parte modificato nel 1850 e restaurato nel 1992-1993. 

 

 

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